Prendendo spunto dal documento elaborato dal CPWR, il Center for Construction Research and Training è opportuno porre l’accento sulla necessità di un maggiore studio statistico relativo alla sicurezza (ed incidentistica) nel mondo degli ascensori. In particolare questo studio, redatto da un ente 100 no profit, anche se legato ad alcuni sindacati americani, ha elaborato numerosi dati relativi agli infortuni (anche mortali) registrati durante il montaggio di ascensori nel periodo che va dal 2003 al 2016, sempre negli Stati Uniti d’America. E’ importate documentare questo tipo di eventi negativi per monitorare costantemente l’andamento ed intervenire opportunamente a livello normativo. Innanzitutto la domanda è: “quanto differisce il sistema lavorativo americano con quello italiano?”; l’attività dell’ascensorista negli Usa spesso interagisce con l’attività di altre manovalanze professionali mentre spesso l’intervento in Italia è quasi esclusivo. Prendendo in considerazione la tabella in allegato e cioè: “Morti legate agli ascensori nell’edilizia, per evento o esposizione, somma di 2011-2016” è importante notare come più della metà degli infortuni siano dovuti a cadute, spostamenti stradali ed altri incidenti intorno all’11% (abbastanza in linea con l’esperienza italiana). Relativamente bassa invece è la percentuale di infortuni mortali dovuti all’elettrocuzione. La rimanente parte (un po’ più del 30%) è connotato genericamente da formule verbali tipo “colpito”; in realtà nelle usuali statistiche italiane questi dati vengono invece inseriti sotto la voce “mancato controllo dell’ascensore”. La riflessione principale che è opportuno fare tenendo conto delle categorie usuali di rischi che vengono utilizzati in Italia (caduta, mancato controllo dell’ascensore, mancato controllo dell’energia elettrica/meccanica, azioni rischiose tipo sollevamenti, uso di ponti elettrici) è che la suddivisione è abbastanza simile a quella italiana, a parte l’altissimo valore relativo alle cadute dovute probabilmente all’attività di montaggio in edifici alti. Importante anche è rilevare come la maggior parte degli infortuni nel settore ascensoristico (oltre il 47%) coinvolga persone che possiedono una anzianità di lavoro da 0 a 11 mesi, mentre per altre attività industriali questa percentuale scende di ben 10 punti. Il mestiere dell’ascensorista per tanto, in relazione all’elevata variabile di rischi che deve gestire, richiede dunque un impegno costante nella formazione (soprattutto rivolta ai neoassunti). La parola d’ordine dunque è prevenzione, formazione e sicurezza.